Ho ritrovato un quaderno su cui annotavo in bella calligrafia le canzoni che scrivevo trenta e più anni fa. Qualcuna non è male, secondo me e le voglio ripubblicare qui, a modo di piccoli fiori del tempo andato, a costituire un ideale mazzo per l'anniversario della nascita di mia mamma, a cui piacevano sia i fiori che le mie canzoni...

 

PER RIDERE PER SCHERZARE PER SOGNARE UN PO' DI PIU'    (GIUGNO 1979)

 

La sigaretta brucia dietro i miei pensieri

L’immagine velata di scacchi bianchi e neri

Giocare con la mente con una penna blu

Per ridere, per scherzare

Per sognare un po’ di più.

 

Il sole brucia i sassi, la mente vive stanca

Il caldo sogno di una terra di carta

E corro lungo strade dove forse sarai tu

Per ridere, per scherzare

Per sognare un po’ di più.

 

Ricordi strani e vaghi di una vita

Che cerco nei pensieri, ma forse è già finita

E sento quel telefono che suonerai tu

Per ridere, per scherzare

Per sognare un po’ di più.

 

Libri e pensieri sulla scrivania

Che il vento un giorno o l’altro spazzerà via

E gioco il mio destino con una penna blu

Per ridere, per scherzare

Per sognare un po’ di più.

 

 

SERA D’ESTATE      (LUGLIO 1979)

 

Sera d’estate, calma del mare

Giochi di bimbi senza parlare

Il lungomare è zeppo di gente

Che non mi guarda, che non capisce niente.

 

Case in collina sulla rupe a picco

Ma che strano odore di ricco

Gira per questa sera d’estate

Piena di vita di persone svaccate

 

Quattro ragazzi con una chitarra

Cercano il mondo con chi non gli parla

Sognando campi di gloria e di festa

Per non capire che è solo chi resta.

 

La luna in cielo guarda il mare

Capisci solo che ti vuole amare

Capisci come la tua stanchezza

Porta piano via la tua giovinezza

 

Sera d’estate, calma del mare

Giochi tristi per chi vuole amare

Giochi più strani per chi si sente solo

Sera d’estate vuole il riposo.

 

 

GIOVANNA E MARCO      (SETTEMBRE 1979)

 

Giovanna camminava lungo la via

Marco la seguiva con la fantasia

Giovanna cercava un poco di pace

Marco un amore di cui non era capace

 

Giovanna ventunanni, una ragazza normale

Marco diciannove e tanta voglia di amare

Cercavano insieme quell’isola del mondo

Cercavano la terra che solo ha visto Colombo

 

E Giovanna guardava le stelle sul mare

Dicendo a Marco ti vorrei ancora amare

Ma tu sai com’è importante sempre per me

Spiegarmi ad ogni istante tutti i miei “perché”

 

Giovanna camminava lungo la via

Marco la seguiva con la fantasia

Giovanna cercava un poco di pace

Marco un amore di cui non era capace

 

E Marco parlava con lo sguardo nel vuoto

“Amore ti prego rifletti un poco

Pensa a questi mesi insieme passati

E che se te ne vai sono già cancellati

 

L’Amore che ti ho dato è tutto quello che so dare

Parliamo se vuoi di quello che vuoi fare

Se ce ne è un altro dillo subito ti prego

Se ce ne è un altro ti toglierò del mio peso”

 

Giovanna camminava lungo la via

Marco la seguiva con la fantasia

Giovanna cercava un poco di pace

Marco un amore di cui non era capace

 

E Giovanna guardando negli occhi Marco

“Ti assicuro, credimi, non c’è nessun altro

ma solo la voglia di una mente da capire

ma solo il desiderio di una vita da scoprire

 

Giovanna cammina lungo la via

Marco la segue con la fantasia

Giovanna ha trovato la sua pace

Marco ha perso l’amore di cui era capace.

 

 

E LA LUNA SCENDEVA   (FEBBRAIO 1981)

 

E la luna scendeva sulla strada

Sopra un nero quadrifoglio

Su una vita un poco strana

Su un pensiero quasi spoglio

 

E la luna scendeva e non parlava

E non c’era una ragione

C’era solo un po’ di sole

Che da sotto la illuminava

 

E dolcemente la luna sorrideva

Alla rabbia e alla speranza

Alle note di una canzone

E al buio della tua stanza

 

E la luna scendeva su due amanti

Sopra i loro problemi stanchi

Sopra a terre di conquista

Su di un pazzo automobilista

 

E la luna scendeva su di un cane

Che inseguiva la sua ombra

Lungo tutta la pianura

Come te con la tua paura

 

E dolcemente la luna sorrideva

Alla rabbia e alla speranza

Alle note di una canzone

E al buio della tua stanza

 

 

A QUELLI CHE…         (DICEMBRE 1981)

 

E sono qui a cantare sopra un giro di do

E sto qui anche se molto fastidio darò

A quelli che, maestri del criticare

A quelli che, però non san parlare

A quelli che giocano a far l’amore

senza un perché

 

A quelli che dicono che so suonare

A quelli che aggiungono “però non sa cantare”

A quelli che imbrogliano se stessi

A quelli che in piedi come fessi

Stanno ad ascoltare senza capire

Senza sognare

 

Ed ora passo ad un giro di re

Sapete perché? Perché ci vuole un po’ di novità

Ci vuole lealtà e coraggio nel dire le cose

Senza paura di prendere le spine insieme  alle rose

Senza rimpianti ricordando che i sogni

Son sempre tanti

 

E torno qui a cantare sopra un giro di do

E resto qui e più in là non mi muoverò

E continuerò a dar fastidio con la canzone

A quelli che mi danno del lazzarone

A quelli che si rifiutano di sognare

Assieme a me.

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